Foto Industria 2025: la casa indagata in 10 mostre
Bologna, 6 novembre 2025 – ‘Home’, ovvero ‘Casa’, è il nuovo tema indagato da Foto/Industria, la biennale di fotografia dell’industria e del lavoro diretta da Francesco Zanot, lanciata da Fondazione Mast nel 2011, con l’obiettivo di creare un punto di riferimento nel panorama della fotografia, valorizzando questo genere.
Le 7 mostre imperdibili a novembre 2025 in Emilia Romagna
Foto/Industria 2025: cosa vedere
Da oggi al 14 dicembre, con un’estensione più lunga per ‘Living, Working, Surviving’ di Jeff Wall, visibile fino all’8 marzo negli spazi del Mast in via Speranza, il visitatore si ritrova davanti a uno degli appuntamenti culturali più vibranti (per di più gratuito), racchiuso dentro le mura cittadine, con dieci mostre allestite in sette sedi (l’ottava è il Mast), individuabili grazie alla storica mappa, quest’anno di colore azzurro-turchese: una visione di circa 500 fotografie tra Palazzo Bentivoglio e Bentivoglio Lab, Palazzo Vizzani, Collegio Venturoli con ben tre progetti, MAMbo, Pinacoteca Nazionale, Fondazione del Monte, Spazio Carbonesi. Come racconta Zanot, “la settima edizione dedicata al tema della casa è la chiusura di una trilogia iniziata nel 2021 col tema del cibo, cui fa seguito nel 2023 il gioco, tutti argomenti che costituiscono tre grandi comparti industriali”.
Il tema caldo della casa
Quello della casa è, si può dire, il tema più caldo della società contemporanea (ormai da tanti anni) e, all’interno di Foto/Industria, la struttura fisica e architettonica, la cui costruzione costituisce di per sé una grande sfida industriale “è anche simbolo di appartenenza, protezione e identità” sottolinea Zanot. E rivela le due ispirazioni che l’hanno condotto nell’indagine di quest’anno: da una parte la mostra innovativa ‘Chambres d’amis’ che si tenne a Ghent nel 1986 con la curatela di Jan Hoet, che si articolava in una serie di interventi site-specific realizzati all’interno di abitazioni private nella città, da cinquanta artisti internazionali; dall’altra la performance di Joseph Beuys ’I like America and America likes me’ nel 1974 alla René Block Gallery di New York, in cui l’artista visse per tre giorni, confinato in una gabbia insieme a un coyote. A partire dagli inizi del Novecento e fino alla contemporaneità, le mostre sono una cronologia per immagini.
Sisto Sisti alla Fondazione del Monte
Alla Fondazione del Monte, con ‘Microcosmo Sinigo’ di Sisto Sisti che prima di essere fotografo era stato operaio, si entra nello stabilimento chimico e nel villaggio aziendale della Montecatini a Sinigo di Merano, guidati dall’obiettivo che ritrae il lavoro ma anche la vita delle famiglie residenti tra il 1935 e 1950. A Spazio Carbonesi, Kelly O’Brien (classe 1985) esplora il lavoro domestico intrecciando storie della sua famiglia alle questioni di classe, genere e occupazione, reclamando la visibilità delle donne lavoratrici.
Cosa vedere in Pinacoteca
Alla Pinacoteca ‘Some Homes’ di Ursula Schulz-Dornburg (1938), documenta abitazioni in varie parti del mondo, costruite con materiali naturali e destinate a dissolversi nel corso di pochi anni, come fossero installazioni.
Le altre sedi a Bologna di Foto/Indistria
Palazzo Bentivoglio ospita ’Prut’ di Matej Bejenaru (1966), il cui soggetto sono i villaggi situati sulle due sponde del fiume Prut, dal 2007 un confine naturale della Nuova Europa politica. Alejandro Cartagena (1977) porta ’A Small Guide to Homeownership’ sul fenomeno della suburbanizzazione a Monterrey in Messico, a Palazzo Vizzani e Moira Ricci (1977), una grande ricerca sul tema della casa, vede al MAMbo la sua prima retrospettiva con una selezione dei lavori degli ultimi 25 anni.
Alla Fondazione Collegio Venturoli sono ospitate le mostre di Julia Gaisbacher (1983), Vuyo Mabheka (1999) e Mikael Olsson (1969) e al Sottospazio-Palazzo Bentivoglio Lab ‘Looking for Palestine’ di Forensic Architecture, collettivo britannico che utilizza strumenti architettonici e tecnologici per investigare violazioni di diritti umani.